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BertheMorisot

 

Berthe Marie Pauline Morisot è stata una pittrice impressionista francese.
Berthe Morisot nacque il 14 gennaio 1841 a Bourges, in Francia, in un'agiata famiglia borghese: il padre, Edme Tiburce Morisot (1806-1874), era un funzionario statale d’alto rango, impiegato alla Corte dei Conti, mentre la madre Marie-Joséphine-Cornélie Thomas (1819-1876) era la pronipote del celebre pittore Jean-Honoré Fragonard («l'arte scorreva già nelle sue vene», come ha osservato Laura Corchia). A completare il quadretto familiare vi erano altre due ragazze, Yves e Edma, ed il maschio Tiburce.
Nel 1851 la famiglia Morisot si trasferì a Passy, nei pressi di Parigi, città che in quel momento era veramente un grande centro artistico e l'atmosfera satura di cultura e di arte e di lusso, costituivano un ambiente quasi unico in Europa, che certamente contribuì ad accendere nella giovane Berthe un grande interesse per la pittura. Importante fu anche l'influenza dei genitori, i quali avevano aperto la propria casa parigina ad artisti, intellettuali e amici di famiglia, facendo crescere così la figliola in un ambiente colto e stimolante.
Per la Morisot, tuttavia, l'Accademia era inaccessibile, siccome era nata donna, e l'Ecole des Beaux-Arts avrebbe aperto le proprie porte al gentilsesso solo nel 1897. Per questo motivo, dopo aver appreso i rudimenti della pittura dai genitori, la Morisot ebbe modo di coltivare il suo talento sotto la guida prima del neoclassicista Geoffrey-Alphonse Chócarne, e poi di Joseph Guichard, un ex allievo di Ingres poi convertitosi alla maniera romantica di Eugène Delacroix. La sua passione per le belle arti in questo modo crebbe costantemente, anche grazie al Guichard, il quale introdusse la giovane allieva all'esercizio della pittura soprattutto attraverso la copia dei dipinti dei grandi maestri. Nel corso del discepolato con il Guichard, in effetti, la Morisot visitò il Louvre innumerevoli volte, e attraverso lo studio delle tele di Raffaello Sanzio e Rubens coltivò orgogliosa il suo talento artistico.
Nel frattempo, tuttavia, Berthe iniziò a diventare una grande insofferenza per i convenzionalismi accademici. Accortosene, Guichard la introdusse ad Achille Oudinot, pittore ben inserito nel circolo dei pittori di Barbizon, il quale a sua volta la allocò nel prestigioso atelier di Jean-Baptiste Camille Corot, il quale spinse la sua nuova allieva a dipingere en plein air, a diretto contatto con la natura. Berthe poté mettere a frutto le proprie ricerche sulla luce e sui colori anche in un atelier che il padre le fece costruire appositamente nel giardino di casa, per lei e le sorelle, anch'esse aspiranti pittrici. Nel frattempo la sorella Edma, con la quale Berthe aveva un rapporto quasi simbiotico, convolò a nozze con un ufficiale della Marina. «Sono molto triste, mi stanno abbandonando tutti, mi sento delusa, sola e vecchia»: furono questi i sentimenti che vorticavano nell'animo solo e sconsolato della Morisot che, per colmare questo voto, si avvicinò ai colleghi pittori Puvis de Chavannes, Degas e Fantin-Latour.
Fu tuttavia con Édouard Manet che la Morisot instaurò un rapporto più che speciale. Nel 1868 ella stava al Louvre con la sorella Edma, intenta a copiare Lo scambio di Principesse di Rubens, e accidentalmente si imbatté in Fantin-Latour, suo amico intimo, il quale a sua volta stava passeggiando per la galleria in compagnia di Manet. Per tramite di Fantin-Latour i due si conobbero, e tra di loro si stabilì immediatamente una complicità nutrita da stima, amicizia e da un certo sentimento. «Trovo in lui una personalità affascinante che mi piace infinitamente», arrivò a confidare Berthe a una delle sorelle, mentre Manet rimase letteralmente folgorato da quella «ragazza riservata e che parlava a voce bassa,sottile come un giunco, occhi neri e profondi, che amava vestirsi di nero e all'ultima moda e leggere romanzi in voga». Manet, tuttavia, era un uomo sposato, tanto che la presunta storia d'amore tra la Morisot e il pittore non è mai stata accertata, nonostante l'insistenza dei pettegolezzi e delle speculazioni. Se mai esistette, la loro vicenda amorosa fu filtrata e sublimata dall'arte, tanto che la Morisot divenne la modella d'elezione del Manet che, in pochi anni, la ritrasse in ben undici tele, come Il balcone, Berthe Morisot con il ventaglio e Berthe Morisot con un mazzo di violette.
L'amicizia con il Manet fu molto stimolante per la Morisot, che nel 1874 ne divenne persino la cognata, sposando il fratello Eugène. Fu un matrimonio assai felice:
« Ho trovato un brav'uomo, onesto, e sono sicura che mi ama sinceramente. Dopo aver vissuto per tanto tempo inseguendo chimere ho cominciato a vivere una vita vera »
Grazie al benefico influsso di Édouard Berthe approdò definitivamente alla poetica impressionista, che colse in quadri come Veduta di Parigi dal Trocadero e, soprattutto, La culla, forse la sua tela più celebre. Particolarmente importante, in tal senso, è il 1873, quando si associò al nascente movimento impressionista, fondando con Monet, Pissarro, Sisley, Degas, Renoir e altri artisti meno conosciuti la «Società anonima degli artisti, pittori, scultori, incisori, ecc». Con loro la Morisot nel 1874 allestì una mostra alternativa nello studio del fotografo Nadar, e vi espose in veste di unica donna partecipante ben nove opere, tra acquerelli, pastelli e oli. Pur suscitando lo sdegno degli accademici (indignatissimo fu il vecchio maestro Guichard), i suoi dipinti non mancarono di essere apprezzati per la loro delicata vena poetica, tanto che Berthe partecipò assiduamente a tutte le mostre degli Impressionisti, fatta eccezione per quella del 1879, anno in cui nacque sua figlia Julie. Fu questo un avvenimento che rallegrò moltissimo l'animo di Berthe che, per dedicarsi alla piccola («una Manet fino alla punta delle dita, e assomiglia già ai suoi zii»), arrivò persino a rinunciare momentaneamente alla propria vita sociale e all'amata attività pittorica. Col tempo, in ogni caso, Berthe divenne una delle personalità di spicco del gruppo impressionista e la sua casa, divenuta di colpo vuota con la morte del marito Eugène, si trasformò in un rinomato luogo di ritrovo per musicisti, pittori e letterati, frequentato anche da Stéphane Mallarmé, Émile Zola e Pierre-Auguste Renoir.

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